2017
OPERA DEDICATA A MIO PADRE, LORENZO CHIARUCCI
ORIGAMI GOLDEN VENTURE CON CARTA BRISTOL FABRIANO NERA
161 X 111 X 16 CM
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WORK DEDICATED TO MY FATHER,
ORIGAMI GOLDEN VENTURE WITH BLACK FABRIANO BRISTOL PAPER.
"Come ogni altro essere vivente anch'io sono un frammento dell'infinita divinità, ma non posso paragonarmi con nessun animale, con nessuna pianta, nessuna pietra. Forse che solo un essere mitico ha una posizione più elevata di quella dell'uomo.
Dal momento che l'uomo non ha una base di sostegno per osservarsi, come può allora formarsi un'opinione definitiva di se stesso? Noi siamo un processo psichico che non controlliamo, o che dirigiamo solo parzialmente e di conseguenza, non possiamo pronunciare alcun giudizio conclusivo su noi stessi o sulla nostra vita. Se lo facessimo, conosceremmo tutto, ma gli uomini non conoscono tutto, al più credono solamente di conoscerlo. Di conseguenza, non possiamo pronunciare alcun giudizio conclusivo su noi stessi o sulla nostra vita. In fondo, noi non sappiamo mai come le cose siano avvenute. La storia di una vita comincia da un punto qualsiasi, da qualche particolare che per caso ci capita di ricordare; e quando essa era a quel punto, era già molto complessa. Noi non sappiamo dove tende la vita: perciò la sua storia non ha principio, e se ne può arguire la meta solo vagamente. La vita umana è un esperimento di esito incerto.
È un fenomeno grandioso solo in termini quantitativi. Individualmente, è così fugace, così insufficiente, da doversi letteralmente considerare un miracolo che qualcosa possa esistere e svilupparsi. Fui colpito da questo fatto tanto tempo fa, quando ero un giovane studente di medicina, e mi sembra sempre miracoloso di non venir annientato prematuramente. La vita mi ha sempre fatto pensare a una pianta che vive del suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma. Ciò che appare alla superficie della terra dura solo un'estate e poi appassisce, apparizione effimera. Quando riflettiamo sull'incessante sorgere e decadere della vita e della civiltà, non possiamo sottrarci a un'impressione di assoluta nullità: ma io non ho mai perduto il senso che qualcosa vive e dura oltre questo eterno fluire.
Quello che noi vediamo è il fiore, che passa: ma il rizoma perdura. In fondo, le sole vicende della mia vita che mi sembrano degne di essere riferite sono quelle nelle quali il mondo imperituro ha fatto irruzione in questo mondo transeunte. Ecco perché parlo principalmente di esperienze interiori, nelle quali comprendo i miei sogni e le mie immaginazioni. Questi costituiscono parimenti la materia prima della mia attività scientifica: sono stati per me il magma incandescente dal quale nasce, cristallizzandosi, la pietra che deve essere scolpita. Tutti gli altri ricordi di viaggi, di persone, di ambienti che ho frequentato sono impalliditi di fronte a queste vicende interiori. Molti hanno preso parte alla storia del nostro tempo o ne hanno scritto: e se il lettore se ne interessa, farà meglio a rivolgersi a queste fonti.
Il ricordo dei fatti esteriori della mia vita si è in gran parte sbiadito, o è svanito del tutto: ma i miei racconti con l'"altra" realtà, gli scontri con l'inconscio, si sono impressi in modo indelebile nella mia memoria. In questo campo vi è stata sempre esuberanza e ricchezza, e ogni altra cosa al confronto ha perduto importanza. In modo analogo, altre persone si sono stabilite permanentemente tra i miei ricordi, solo però in quanto i loro nomi sono stati scritti nel libro del mio destino da tempo immemorabile, e imbattermi in essi fu al tempo stesso una sorta di ricordo. Anche le cose che mi venivano incontro, dall'esterno, nella mia giovinezza, o più tardi, portavano l'impronta dell'esperienza interiore.
Presto sono giunto alla convinzione che, senza una risposta e una soluzione dall'interno, le vicende e le complicazioni della vita, alla fin fine, significano poco. Le circostanze esterne non possono sostituire le esperienze interiori: perciò la mia vita è stata particolarmente povera di eventi esteriori. Di questi non posso dire molto e, se lo facessi, avrei l'impressione di fare una cosa vana e inconsistente. Posso comprendere me stesso solo nei termini delle vicende interiori: sono queste che hanno caratterizzato la mia vita, e di queste tratta la mia "autobiografia".
RICORDI, SOGNI, RIFLESSIONI di CARL GUSTAV JUNG
1957
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